New York?Una maratona di benessere.

4 novembre 2018

Non sono molti gli eventi sportivi che sono stati capaci, nel corso della storia, di diventare vere e proprie icone mondiali. È il caso della Maratona di New York, nata nel 1970 dalla lungimirante intuizione dei presidenti della New York Road Runners Vincent Chiappetta e Fred Lebow e oggi all’unanimità la gara podistica più caratteristica e ricca di magia di tutto il mondo.

La fama della Maratona di New York ha ormai raggiunto ogni angolo della Terra: ogni anno sono decine di migliaia coloro che provano a iscriversi, e solo meno della metà riesce ad essere ammessa. Si stima che dalla prima edizione ad oggi siano oltre 700.000 le persone che vi hanno partecipato: praticamente la popolazione di Torino!

Una corsa, mille messaggi.

Fortunatamente, la Maratona ha saputo sfruttare in modo positivo tutta la fama che negli anni ha accumulato. È successo molte volte che alcuni corridori fossero presenti non solo a titolo puramente personale, bensì come ambasciatori di cause nobili o in rappresentanza di categorie specifiche: è la storia di Luca Aiello, un ragazzo non vedente che l’anno scorso ha portato i colori dell’Umbria e dell’Italia a New York correndo con lo slogan “Umbria in good health running in New York” (Umbria in salute correndo a New York). Come lui, tanti hanno portato messaggi di positività e di promozione dello sport come attività che completa il benessere psicofisico e aumenta la fiducia in sé stessi: la bellezza della Maratona di New York è anche il suo essere vetrina di storie tanto diverse quanto affascinanti, che hanno nello sport il loro filo conduttore.

 

L’importante? Ne’ vincere ne’ partecipare, ma allenarsi.

Partecipare ad un evento come la Maratona di New York può essere un grande stimolo per darsi un obiettivo e cadenzare una tabella di marcia ben definita per il nostro corpo, non ci sono dubbi. Ma è possibile farlo anche senza dover attraversare l’oceano!

Correre costantemente, se non addirittura quotidianamente, porta una serie di benefici così vasta da lasciarci a bocca aperta. Partiamo dai più conosciuti: la corsa ci aiuta a rigenerare la nostra massa muscolare, migliorare il sistema cardiovascolare e respiratorio, perdere – o mantenere – peso, combatte lo stress e scaricare la tensione, tenere lontane patologie legate allo stile di vita sedentario (come il diabete di tipo 2, ad esempio).

Ma porta con sé anche vantaggi davvero inaspettati: contrasta l’osteoporosi, migliora la vista e le capacità cognitive, rafforza il nostro sistema immunitario, ci fa dormire meglio e – qualità non indifferente – implementa la nostra capacità di socializzazione e di risoluzione dei problemi. Mica male!

Certo, come ogni attività fisica va affrontata con responsabilità e senso della misura, soprattutto in caso di problemi di salute preesistenti o di sintomi preoccupanti durante e dopo la corsa (affanno, debolezza, vertigini, epistassi, nausea). In questi casi, più del personal trainer, è prudente interpellare immediatamente il proprio medico di fiducia e concordare insieme un piano di allenamento tarato sulle specifiche esigenze.Fine modulo

 

Qualche curiosita’.

  • La prima edizione si corse il 13 settembre 1970 e vi parteciparono 127 atleti, di cui solo 55 arrivarono in fondo. Il vincitore Gary Muhrcke fu il più veloce a compiere i 6 giri previsti all’interno di Central Park, con il tempo di 2 ore, 31 minuti e 38 secondi. Il premio? Orologi di poco valore e trofei riciclati da altri sport: dopotutto, l’iscrizione era di un solo dollaro a concorrente!
  • Lungo tutti i 42,195 km del tracciato, è un festival di musica e colori. Ma il passaggio più caratteristico è sicuramente quello del chilometro 14, a Brooklyn: qui da oltre 30 anni la Bishop Loughlin High School Band suona ininterrottamente Gonna Fly Now, il pezzo reso celebre dal film cult Rocky, accompagnando il passaggio dal primo all’ultimo concorrente.
  • Dall’anno della fondazione, una sola edizione non si è svolta: quella del 2012, annullata dal sindaco Bloomberg il giorno prima della partenza a causa delle conseguenze disastrose dovute al passaggio dell’uragano Sandy, capace di mettere in ginocchio praticamente l’intera città.
  • Gli organizzatori Fred Lebow e Vince Chiappetta aprirono subito la partecipazione alle donne nonostante il parere negativo della federazione di atletica americana: appena un anno dopo Beth Bonner sarà la prima donna a vincere la maratona di New York con il tempo pazzesco di 2 ore, 55 minuti e 22 secondi.
  • Il percorso parte ogni anno dal Ponte di Brooklyn per attraversare tutti i quartieri della Grande Mela. Dopo Brooklyn è la volta di Bay Ridge, Sunset Park, Bedford-Stuyvesant, Williamsburg, Greenpoint. Al km 21,1 la corsa passa sul ponte Pulaski per entrare poi nel distretto del Queens e quindi a Manhattan. La corsa procede poi su First Avenue, quindi passa brevemente per il Bronx giù fino ad Harlem per poi concludersi a Central Park.