Giornata Mondiale della Solidarietà Umana
Un momento di riflessione internazionale sulle problematiche delle popolazioni in difficoltà dal punto di vista sanitario, economico, scolastico, politico. E la leva della solidarietà come ponte tra le persone.
Come è nata.
Il 20 dicembre si celebra la Giornata Mondiale della Solidarietà Umana, istituita dalle Nazioni Unite nel 2005: una data non casuale, che coincide con la creazione del Fondo di Solidarietà Mondiale avvenuta il 20 dicembre 2002. L’obiettivo del Fondo, entrato in vigore nel febbraio 2003, è ambizioso: eliminare la povertà, incentivare l’evoluzione sociale nei Paesi in via di sviluppo e tra le fasce più povere della popolazione, promuovere progetti di sviluppo umano centrati sulla fraternità universale e l’economia di comunione. Uno strumento importante, in grado di concretizzare gli obiettivi che da ormai da 14 anni la Giornata Mondiale della Solidarietà Umana si pone a livello globale: ricercare l’unità nella diversità e la consapevolezza pubblica dell’importanza della solidarietà.
Perché fa bene.
La solidarietà è un esercizio emotivo che ha enormi ricadute positive non solo su chi ne beneficia, ma soprattutto su chi la mette in pratica. Barbara Fredrikson, psicologa dell’Università della Carolina del Nord, ha condotto uno studio scientifico in materia che non lascia dubbi: a differenza della felicità edonica (legata al personale benessere e senso del piacere), la felicità eudemonica (focalizzata sullo stare bene di chi ci circonda e a un generale senso di altruismo) influisce positivamente sulla nostra salute e longevità.
Attraverso una serie di interviste, questionari e screening medici conseguiti su 84 volontari tenuti sotto osservazione, è saltato all’occhio come i cosiddetti “edonisti” abbiano palesato geni connessi con diversi tipi di stato infiammatorio più attivi del 20% rispetto alla media, spesso abbinati anche a forme di deficit nel sistema immunitario. Al contrario, gli “eudemonici” hanno mostrato un sistema immunitario più efficiente del 30%. Come dire, a fare del bene ci si ammala di meno!
E oggi?
In un mondo di sfide comuni, nessun individuo – e nessun Paese – può vincere senza l’aiuto degli altri. Solamente lavorando insieme per una causa comune, possiamo costruire un mondo più sicuro e un futuro migliore per tutti. La solidarietà deve essere il fondamento sul quale costruire soluzioni globali e lo scudo in soccorso delle fasce meno tutelate della popolazione mondiale. Ancora una volta, tragicamente, è la donna al centro dell’attenzione: prendendo 3 parametri dei Millennium Development Goals (gli obiettivi di sviluppo del millennio promossi dall’Onu) come “Donne e Istruzione”, “Donne e Agricoltura”, “Donne e Politica”, emerge un quadro tutt’altro che roseo. Se la scuola è ancora una chimera per gran parte della popolazione femminile dell’Africa Subsahariana e dell’Asia Meridionale, dell’esiguità della rappresentanza femminile in politica ce ne accorgiamo anche in Occidente, con una percentuale di deputati donne che raramente supera il 30%.
Insomma, se la Giornata Mondiale della Solidarietà Umana si può interpretare come un faro che illumina una parte di popolazione mondiale troppe volte dimenticata, gran parte dei volti che possiamo scorgere in questa luce sono femminili. Un dato allarmante, su cui è dovere del mondo non indietreggiare di un passo.
Qualche curiosità.
- La solidarietà è stata identificata dall’ex Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, come valore cardine attraverso il quale eseguire i “5 imperativi” del Ventunesimo Secolo: raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, prevenzione e riduzione dei conflitti, delle violazioni dei diritti umani e degli impatti dei disastri naturali, costruzione di un mondo più solido e sicuro, sostegno a paesi in transizione e valorizzazione delle capacità delle donne e dei giovani.
- Papa Francesco ha intitolato uno dei suoi interventi più importanti degli ultimi tempi, in concomitanza dell’Expo 2015 a Milano, con il seguente invito: “Globalizziamo la solidarietà”.