Giornata Mondiale della Gentilezza

13 novembre 2017

In una società dove l’individualismo e l’indifferenza pervadono sempre di più i rapporti personali, fare un appello alla gentilezza può non essere assolutamente un gesto banale o scontato.
Fu così che nel 1988, a Tokyo, il Japan Small Kindness Movement promosse questa interessante iniziativa giunta ormai alla sua 30° edizione: la Giornata Mondiale della Gentilezza, sfociata ormai nella Settimana della Gentilezza, è diventata una solida realtà che ogni anno promuove incontri, attività e campagne a favore del rispetto sociale e della comprensione reciproca.

Una via semplice, etica e gratuita per combattere ansia, depressione, isolamento, ma anche bullismo e mobbing. Tutti termini purtroppo sempre più diffusi nel nostro vocabolario.

La prima regola? L'ascolto.

“Abbiamo due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio di quanto diciamo", scrisse il saggio Epitteto molto tempo fa. Infatti, la prima regola della gentilezza è identificata da tutti gli esperti nell’ascolto: lasciare la parola all’altro, attendere che ci racconti ciò che ha da dire e costruire una risposta che parta dai suoi pensieri – e non dai nostri – è il primo gesto di apertura che possiamo fare verso il prossimo, mettendo lui e non noi al centro dell’attenzione.

I benefici andranno tutti ai nostri interlocutori? Niente affatto: ascoltare, comprendere, consolare, insomma essere gentili regala diversi vantaggi soprattutto a chi li compie. I ricercatori Jennifer Trew e Lynn Alden hanno tentato di scoprire, ad esempio, se gli atti di gentilezza potessero contribuire ad alleviare l'ansia sociale: lo studio, che ha coinvolto 115 studenti universitari con problemi di ansia ed è durato 4 settimane, ha dimostrato come il gruppo di studenti più “gentili” abbia riportato i maggiori progressi fisici e psicologici.

Questo perché gli atti di gentilezza contribuiscono a rafforzare le relazioni, ad ampliare le reti sociali e rinsaldare l'impegno verso il prossimo, favorendo l'aumento dell'ottimismo e – di conseguenza – riducendo l'ansia.
Che ne dite, vale la pena provare no?